Il blog sulla Biodinamica CranioSacrale

Conversazioni con i fluidi

Michele scrive

ho questi chiarimenti/suggerimenti da chiederti:

mia moglie con l’arrivo del caldo estivo da qualche giorno ha le caviglie
gonfie.Il medico ha detto che non c’è un edema.

Le ho fatto dei trattamenti con la tecnica della conversazione con i fluidi.

In particolare con il direzionamento della potenza: la mia mano destra
“trasmittente” nella zona lombare; la mia mano sinistra “ricevente” sopra la
caviglia, con l’intenzione/invito di direzionare la marea dalla schiena verso
la caviglia gonfia.
La distanza tra le mie mani secondo me era sufficiente per contenere una certa
quantità di  fluido e la direzione  secondo me era quella che avrebbe in
qualche modo aiutato il sistema a ripristinare una situazione di equilibrio
fisiologico togliendo il gonfiore nella caviglia.

Ho usato anche la tecnica dello “Sganciamento” con l’invito/intenzione a
creare spazio tra la caviglia e la zona lombare, sempre tenendo presente di
stare operando su “un campo unificato” cercando di tenerlo aperto. La mia
intenzione/attenzione  quindi in qualche modo era rivolta a tutto il sistema e
non solo a quella parte che volevo trattare nello specifico (schiena-piede).

Ho usato anche, limitatamente ai piedi,  la tecnica della “Trazione”.

Ho bisogno di sapere cosa ne pensi e che tu mi dia tutti i suggerimenti ed
eventuali correzioni che ritieni utili.

Una risposta a Conversazioni con i fluidi

  • ottimo lavoro. Stai usando tutte le tecniche e immagino che stai scoprendo varie cose. Noto nelle tue descrizioni che manca cosa è successo quando hai fatto quello che hai descritto. Va bene lavorare con l’intenzione/invito ma poi occorre mettersi li ed aspettare con pazienza ed accoglienza l’eventuale risposta del sistema. Abbiamo visto che il sistema ha i suoi “tempi” e capita a tutti noi spesso di avere delle aspettative, delle richieste: magari ci farebbe piacere che durante e dopo il nostro trattamento la persona si ritrovasse improvvisamente bene, tutto passato, evviva… Che è successp quindi dopo o durante i tuoi trattamenti?

    La forza, l’energia, la qualità del nostro lavoro è proprio quando sappiamo farci un po’ da parte e lasciare che le persone si “gestiscano” le proprie risorse. Il nostro “aiuto” consiste proprio nella nostra “presenza” e nel fare percepire al sistema della persona che può permettersi di fare qualcosa, e nell’accompagnare senza interferire ciò che succede.

    Nelle tue descrizioni sembra, ripeto sembra, che tu ci abbia messo quasi troppa “attenzione”. Va bene, mettici però anche un po’ di allargamento di questa attenzione, lasciala espandere senza che si focalizzi troppo sulla persona o addirittura sulle caviglie gonfie o su qualche altro sintomo.
    Comunque tu parli di campo unificato ecc, quindi sai di cosa parlo e mi pare che lo fai pure…

    Credo che questo possa dare un’ulteriore qualità al tuo lavoro, che dalle tue descrizioni e dalla conoscenza di te che ho acquisito nei nostro incontri, già sta andando molto bene.

    Quindi riassumendo utilizza tutte le tecniche che conosci, ma mantieni sempre il campo allargato, espanso; dai al sistema il tempo, il “suo tempo”, per eventualmente agire. E rimani così, come testimone di cio’ che accade.
    Lascia poi anche che le mani vadano un po’ da sole.
    Esempio: hai fatto un lavoro molto ragionato, benissimo, lascia allora che l’intuito si manifesti. Le mani decideranno dove andare a mettersi. Prova e vedrai che funziona. Ne parleremo anche nel nostro prossimo incontro.
    Ultima osservazione, che consegue dalle precedenti (immagino però che tu già abbia fatto così), usa solo una o due delle tecniche di conversazione, magari tutte ma in più sedute, è meglio poche tecniche, tranquillamente, con serenità. Ricordiamoci che è soprattutto la nostra presenza che fa il più.

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