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Il Modello BioDinamico dell'Osteopatia Craniale - L'embriologia di Blechschmidt

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L'embriologia di Blechschmidt tramite il Respiro della Vita

Jealous (2001) descrisse l'osteopatia tradizionale come una scienza basata sull'anatomia, laddove la BOCF è una scienza basata sull'embriologia. Gli operatori del Respiro della Vita hanno seguito il lavoro di Erich Blechschmidt (1902-1992) un indiscusso embriologo olistico. Secondo Blechschmidt (1977) ciascuna parte dell'embrione si sviluppa nel movimento, ed ogni movimento impatta nello sviluppo di ciascun movimento seguente. Lo sviluppo embriologico iniziale è largamente epigenetico (A8), guidato della dinamiche fluide. I suoi concetti si accordano con l'operatore BOCF, che postulano che il Respiro della Vita, la forza esterna descritta da Sutherland , genera un'orientazione spaziale nell'embrione. L'orientazione spaziale viene espressa nel piano materiale da forze fluide, forse da legami idrogeno elettromagnetici dell'acqua (un concetto che risuona con la teoria della "impronta acquea" dell'omeopatia), generando una matrice che governa lo sviluppo dell'embrione. Questo accordo concettuale tra Blechschmidt e la BOCF li situa da un lato di un grande dibattito. Negli ultimi 50 anni gli scienziati hanno argomentato su due teorie riguardanti lo sviluppo embrionico: è passivo ed "esterno", pilotato dalle dinamiche fluide, o è attivo e "interno", guidato dall'attività molecolare dei geni?

Le cellule della cresta neurale (A6) (NCCs) sono uno dei fuochi di questo dibattito. NCCs migratorie compaiono nella quarta settimana dell'embriogenesi umana. Al momento che in cui i bordi laterali del piatto neurale si sollevano e si fondono nella linea mediana per formare il tubo neurale, le NCCs "surfano" la cresta dell'onda generata da questa azione come una cintura lampo. Le NCCs seguono cammini altamente replicati e stereotipati. Nella nostra era di medicina molecolare, i sostenitori della migrazione attiva delle cellule confermano il paradigma dominante. Secondo questa visione le NCCs che migrano sono dirette dai geni che esprimono i recettori della membrana cellulare. I recettori delle NCC sentono il gradiente nel fluido extracellulare. Perciò la migrazione delle NCC è stata descritta come chemiotassica (A4), guidata da molecole come l'integrina, la camerina e la connexina (Maschhoff and Baldwin 2000). Questa visione molecolare viene comunque sfidata dall'inconsistenza filogenetica - le NCCs appaiono soltanto negli embrioni dei vertebrati. Gli embrioni degli invertebrati non hanno NCCs anche se hanno geni collegati con la migrazione di queste cellule, così come BMP2/4, Msx, Dll, and Snail (Holland & Holland 2001).

Figura 2Figura 2Figura 2 Microfotografia di una micropipetta che inietta un getto di fluido nell'acqua, formando un vortice. La superficie di confine tra il fluido in movimento e l'acqua ferma crea forme organiche. Illustrazione di Gerlad Moonen, ridisegnata da Schwerk (1996).

Viceversa i geni associati con la migrazione delle cellule dei vertebrati, come in CNR1 (Song e Zhong 2000) sono assenti negli invertebrati (McPartland et al 2001, McPartland & Glass 2001). Le piante, che sono prive di SNC, hanno anche recettori di integrina (Lynch et al 1998), che aiuta le cellule delle piante a percepire la gravità (una forza molto lieve nei materiali non ferrosi). Forse i recettori di integrina non sono guide chemiotassiche, ma di fatto rispondono  a forze elettromagnetiche sottili come il Respiro della Vita.

Blechschmidt arguì che le dinamiche fluide permettono la migrazione delle cellule per sovrastare il cFigura 3Figura 3omportamento inerziale, tissotropico (viscoso) del fluido embrionico extracellulare. La qualità tensiva della matrice fluida fornisce un'impalcatura per la migrazione ed il movimento delle NCCs. Gli operatori BOCF mettono in correlazione questo concetto con la descrizione di Sutherland dell'azione della Marea come un fluido nel fluido, che esprime una qualità tensiva, con la capacità di direzionare la forza. La teoria di Blechschmidt è stata verificata dai ricercatori di tutto il mondo (vedi una dozzina di citazioni in Jesuthasan, 1997) che hanno iniettato gocce di latex in embrioni viventi. Le gocce di latex sono oggetti inerti incapaci di chemiotassi molecolare e mancanti di motilità intrinseca. Essi tuttavia non seguono i cammini migratori delle NCCs. Le forze tensive fluide richieste per questo tipo di movimento furono dimostrate da Schwenk (1996), che utilizzò delle micropipette per iniettare flussi di fluidi nell'acqua. Le superfici di confine che si creano tra il fluido in movimento e l'acqua ferma vorticavano formando figure organiche (Vedi figura 2). Sperimentando cambi nella densità del fluido e nella velocità del getto si ottenevano forme differenti. In alcuni esperimenti, la qualità tensiva della matrice fluida creò forme che svuotarono il cammino migratorio delle cellule della cresta neurale. In altri esperimenti l'orientazione spaziale del fluido nel fluido suggerì la formazione del SNC nell'embrione, completa di dura e pia, emisferi cerebrali, ed un corpo calloso connesso con gli emisferi (vedi figura 3). Gli esperimenti di Schwenk con la meccanica dei fluidi suggerirono che la configurazione geometrica dell'embrione si presenta prima che la struttura si sviluppi.

Figura 3. Microfotografia di una micropipetta che inietta un flusso nell'acqua, una variazione sperimentale dalla figura 4, cambiando la densità del fluido. L'orientazione spaziale delle superfici di confine suggerisce la formazione del SNC dell'embrione. Illustrazione di Gerlad Moonen, rielaborata da Schwenk (1996).

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